Con l’arrivo delle festività, aumentano il numero di pasti condivisi con amici, colleghi e parenti e si sa che durante questi momenti gli sprechi sono un grande rischio: non solo cibo, ma anche di plastica e alluminio. Avete capito bene, il problema non è solo alimentare, ma anche di spreco di contenitori, stoviglie e bicchieri: in un contesto di grande emergenza ambientale, è possibile arginare gli sprechi e porvi un limite.
Come? Grazie all’utilizzo di stoviglie compostabili. Nel seguente articolo andremo a elencare alcuni consigli e trucchi per rendere i momenti conviviali sempre più sostenibili ed eco–friendly.
Le basi: cosa sono le stoviglie compostabili?
Innanzitutto, occorre fare una distinzione tra compostabile e biodegradabile: comprendere i termini legati al riciclo e alla gestione dei rifiuti, è di fondamentale importanza per attuare delle pratiche realmente sostenibili.
I materiali biodegradabili per legge si devono decomporre naturalmente nell’arco di sei mesi, grazie all’azione di batteri, microrganismi e fattori atmosferici. I residui diventano sali minerali, anidride carbonica e acqua: tutti elementi naturali che ritornano in natura.
Un materiale compostabile dopo essersi degradato, si trasforma in compost, una sostanza ricca di nutrimenti per il terreno: il processo dura circa tre mesi, dando origine a un prodotto totalmente ecologico. La differenza principale sta quindi nel risultato dopo lo smaltimento e nel fatto che non tutto ciò che è biodegradabile è compostabile.
Come smaltirli?
Come capire se le stoviglie sono biodegradabili e compostabili? È facile, bisogna controllare che sulla confezione sia riportata la dicitura UNI EN 13432 e una serie di simboli che certificano la compostabilità del prodotto (spesso accompagnati da “OK COMPOST”).
I prodotti compostabili non vanno comunque dispersi nell’ambiente, ma smaltiti nei rifiuti organici perché indirizzati agli impianti di compostaggio industriale.
Dalla canna da zucchero al legno: i materiali più utilizzati
I materiali più compostabili utilizzati sono la polpa di cellulosa e di canna da zucchero (detta anche “bagassa”), un materiale estratto dalla lavorazione per frantumazione e spremitura della canna da zucchero. Data la sua resistenza, rappresenta un eccellente sostituto del polistirolo e può essere utilizzato per realizzare contenitori per alimenti, come quelli impiegati nei fast food. Inoltre, è resistente sia ai forni a microonde sia al frigorifero, oltre che a cibi caldi e liquidi. Risulta ottimo anche con alimenti oleosi e umidi.
Un altro materiale comunemente utilizzato per le stoviglie, è il CPLA, amido di mais in cui l’elemento base viene cristallizzato. Ne risulta un materiale altamente resistente al calore: infatti è prodotto più utilizzato a contatto con cibi caldi (fino agli 85°!). Questo materiale si presta alla realizzazione di bicchieri e posate monouso.
Carta e cartone sono altri materiali comunemente utilizzati per produrre stoviglie biodegradabili: l’impatto ambientale risulta praticamente nullo, in quanto sono anche completamente riciclabili. In alcuni casi, si utilizza anche il legno.
Cartone e legno sono due materiali rispettosi dell’ambiente, perché ricavati dal riciclo e dalle foreste sostenibili. Gli arbusti abbattuti vengono piantati di nuovo per evitare l’esaurimento.
Quali prodotti è possibile realizzare?
Dai bicchieri e accessori fino alle posate è possibile realizzare tutto ciò che è necessario per il trasporto degli alimenti: sì a piatti biodegradabili di diversi formati, dal classico piatto piano fino al piatto pizza, ma anche contenitori quadrati, rettangolari e tondi, tovaglioli e sacchetti in carta, fino a bicchieri di diverse dimensioni. Esistono addirittura prodotti compostabili per il gelato, dalle coppette fino alle vaschette termiche per conservarlo.
Insomma, non ci sono più scuse, perché in commercio esistono infinite possibilità che possono essere utilizzate per tutte le occasioni di convivialità che si creano durante il periodo natalizio.